Come ogni scuola anche
l'Università della Terza Età conclude solitamente la fine dell'anno scolastico
con l'organizzazione di una gita. Quest'anno la scelta è caduta sul Forte di
Bard in Valle d'Aosta. Ieri, venerdì 5 giugno, trentatré allievi, accompagnati
dal loro presidente Paolo Massara, hanno lasciato la valsusina Dora Riparia per
incontrare la cerulea e impetuosa Dora Baltea. La strategica posizione del
Forte, simile ai famigliari Forti di Exilles e di Fenestrelle, ha impressionato
il gruppo, che in considerazione dell'età un po' avanzata, ha preferito
utilizzare i tre trenini a cremagliera, piuttosto che assaltarlo come fece
Napoleone nel lontano 14 maggio 1800. Una data storica questa, in quanto dopo
un'eroica difesa da parte dell'esercito austro-piemontese, durata quattordici
giorni, venne firmata la resa, ma Napoleone, esasperato dall'inaspettata
resistenza, fece radere al suolo il vilain Castel de Bard. Il Forte
attuale risale, infatti, alla ricostruzione del 1830, voluta da Carlo Felice,
che riprese, perciò, il dominio sabaudo, già risalente alla metà del XIII
secolo.
Come accadde per altri
faraonici edifici di questo genere, alla fine dell'Ottocento il Forte si avviò
ad un lento declino, prima utilizzato come prigione, poi come deposito
munizioni. Ma grazie alla Regione Valle d'Aosta il Forte oggi è completamente
restaurato ed è diventato un polo culturale e turistico di respiro
internazionale, sede di percorsi tematici permanenti, mostre itineranti,
servizi ricettivi e sale conferenze.
Perciò dopo la visita
all'austero complesso, il gruppo ha avuto l'opportunità di ammirare la mostra
fotografica di Sebastiao Salgado, dal titolo Genesi. Le ineguagliabili
immagini, esposte fino al 30 settembre, sono frutto del viaggio fotografico che
Salgado ha compiuto nei cinque continenti per documentare in bianco e nero la
rara bellezza del nostro pianeta.
Secondo una consuetudine
ormai consolidata, anche gli studenti dell'Unitre hanno condiviso, poi, un
pranzo, consumato presso l'agriturismo “Il Grappolo” di Carema, località sul
confine piemontese, famosa per i suoi eroici vigneti che producono, sin
dall'epoca dei Romani, il tipico Nebbiolo.
Luisa Maletto